Il costo del riscaldamento in questi ultimi anni è aumentato in maniera considerevole, e probabilmente l’emorragia non si arresterà in futuro. La situazione è aggravata soprattutto perché la maggior parte delle abitazioni sono state costruite senza isolamento termico. Le norme vigenti in materia sono contenute nella legge 373 del 1976. Sebbene siano obbligatorie solo per gli edifici costruiti e ristrutturati dopo l’entrata in vigore del decreto, sono ovviamente applicabili anche a tutti gli altri immobili. Un sistema di isolamento è la posa del cappotto interno o esterno: vediamo come scegliere la ditta giusta per far eseguire i lavori e soprattutto di cosa si tratta.

Negli ultimi dieci anni uno dei metodi più praticati per isolare l’edificio è il cosiddetto cappotto termico che può essere eseguito all’interno o all’esterno delle pareti. Prima di tutto occorre consultare un tecnico specializzato nel risparmio energetico, ossia un geometra, un ingegnere o un architetto. Queste figure professionali oltre a dare indicazioni su come strutturare il cappotto, (prestando attenzione alle tecniche di intervento e alla scelta dei materiali), si faranno carico anche di fornire tutte le informazioni necessarie per ottenere la detrazione fiscale del 55%. Per poter accedere agli incentivi è obbligatorio che il pannello isolante abbia almeno 6 cm di spessore.

Il lavoro di isolamento deve essere affidato a ditte specializzate, da scegliere tra quelle iscritte alle associazioni di categoria, che hanno maggiore interesse a promuovere alti livelli qualitativi di esecuzione. Prima di iniziare è necessario ottenere i permessi comunali dato che i lavori possono modificare in modo sensibile l’aspetto dell’edificio. In particolare il trattamento di porte e finestre deve essere molto dettagliato per conservare le caratteristiche dell’edificio.

In genere si preferisce operare sui muri esterni. Oltre alla dispersione del calore, il pregio principale dell’isolamento dall’esterno è l’impermeabilizzazione delle pareti. Quando si devono affrontare le spese per eliminare gravi di umidità, può essere conveniente scegliere l’isolamento esterno come sistema per risolvere entrambi i problemi. Inoltre questo tipo di intervento non è invasivo, e non comporta disagi per gli abitanti della casa, che si troverebbero ad affrontare difficoltà e imbarazzi qualora si operasse all’interno della stessa.

Il cappotto è composto da un numero di pannelli di diversa lunghezza in lana minerale oppure in polistirene espanso. Le lastre di polistirene vengono fissate o incollate alla parete. L’isolante viene ricoperto con una rete in fibra di vetro o con rete metallica, si prosegue poi con l’intonacatura. Dopo la posa del materiale di rivestimento si procede con la tinteggiatura delle pareti. Solamente battendo le dita sul muro si avverte un leggero rimbombo che fa desumere la presenza di uno strato di materiale isolante.

Realizzare un cappotto termico non è semplice. Purtroppo se il lavoro non viene eseguito a regola d’arte già da subito si possono riscontrare i difetti. Gli sbalzi di temperatura sono la prova tangibile della durabilità del cappotto. La parete isolante costruita all’esterno dell’edificio, è più soggetta alle sollecitazioni climatiche. Se il cappotto è fissato bene, tutti i vengono eliminati. Per verificare la corretta posa, un valido strumento di riscontro è l’analisi termografica.

Si tratta di una tecnica che analizza in base all’acquisizione di immagini infrarosso i ponti termici, vale a dire quelle zone della casa dove c’è dispersione di energia. Non solo, l’esame termografico è più complesso di quello che si pensi. Per esempio una parete esterna sottoposta a irraggiamento solare, restituisce un termogramma che visualizza un’immagine con i e la struttura dell’opera muraria. Così è facile rilevare zone dove sia presente umidità, oppure zone evidenziate con colore scuro dove sia presente un rientro indesiderato di aria che in opportune condizioni meteorologiche origina spifferi.

A trarne beneficio da questo esame non invasivo sono: la ditta esecutrice dei lavori, che ha in mano uno strumento in più per realizzare perfettamente la posa del cappotto e l’utente finale, il cui obiettivo è quello di rimanere soddisfatto del lavoro che ha commissionato. I difetti del cappotto esterno che si possono verificare con la interessano: l’umidità; il corretto accostamento dei pannelli, (bastano pochi millimetri di spazio lasciati tra un pannello e l’altro per vedere compromesso il lavoro di posa); i chiodi di fissaggio.

L’applicazione di un cappotto esterno è più comodo, ma quando non è possibile operare in questa maniera, occorre agire all’interno dell’abitazione. Di solito per coibentare l’interno si utilizzano delle pareti in cartongesso che non sempre sono in grado di eliminare i presenti, soprattutto quelli delle solette e delle colonne. Comunque il cappotto interno può mostrarsi una valida alternativa per gli edifici antichi dove per normative vigenti, non è permesso modificare le facciate esterne, e per un’abitazione stagionale, dove una buona coibentazione interna permette all’ambiente di raggiungere in tempi brevi la temperatura ideale, senza ulteriori sprechi di energia.

Agire dall’interno può comportare parecchio lavoro a seconda dell’entità delle modifiche necessarie per opere di falegnameria, ecc.., ma offre la possibilità di un isolamento selettivo, da concentrare nei locali che ne beneficiano maggiormente. La coibentazione interna è possibile verificarla con la termocamera, per riscontrare zone che andrebbero coibentate in aggiunta a quelle già prese in considerazione.

Come scegliere la ditta giusta? Sicuramente non bisogna affidarsi a dei principianti, ma a dei veri professionisti che operano da anni nel risparmio energetico. Si capisce subito se una ditta è competente in questo settore, perché tenderà a fornire tutte le notizie utili per la buona riuscita del lavoro. Il prezzo della fornitura e la posa in opera di un cappotto termico oscilla in media tra i 30/40 euro al mq. La spesa è sostanziale se si aggiungono anche eventuali costi per le modifiche di impianti ed altro. In compenso, la spesa si ammortizza nel tempo pagando bollette energetiche meno care e usufruendo delle detrazioni fiscali.

Per la scelta della ditta, oltre alle associazioni di categoria, ci si può rivolgere alle industrie produttrici dei vari isolanti che forniscono su domanda l’elenco degli installatori autorizzati. Spesso tra i servizi offerti vi è anche la richiesta dei permessi all’Ente Locale prima di iniziare il lavoro. E’ bene diffidare delle ditte che non offrono garanzia a lungo periodo e trasferibile con la proprietà della casa. Inoltre è sempre meglio controllare direttamente i lavori, evitando la formula “chiavi in mano”. In fase di ristrutturazione si consiglia di richiedere una prima e dopo la posa del cappotto termico.

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